"Schifosa fetida bestiaccia" pensò una rancorosa Maud, osservando come il suo cane (anche se stentava a considerarlo l'una e l'altra cosa) masticava con un brio non consono alla sua età uno dei grossi stivaloni in pelle di drago in cui era incappato. Come facesse un animale vecchio quanto Matusalemme ad avere ancora in corpo tanta energia sfuggiva alla sua comprensione, e fu con un po' di difficoltà che riuscì a strappare alle puzzolose zanne di Stupida Creatura il bottino di guerra. Lo guardò con schifo mentre lanciava un0 svogliato Reparo sulla scarpa, migliorandone appena la condizione.
Aveva di fronte a sé una lunga scarpinata nella foresta, che di etereo aveva solo il nome, e non era meno prona di tutte le altre zone boschive a radici sporgenti, sassi acuminati e ortiche simili a briganti che assalivano le caviglie di viandanti sfaccendati. Chissà se questo il nuovo professore lo sapeva, o a forza di tenere il naso in aria per osservare i barbosi movimenti astrologici non fosse invece una di quelle persone convinte che le rape crescano sugli alberi.
Lanciò un'ultima occhiata risentita allo stivale sbavato, poi sbuffò e agguantò dei vestiti dall'armadio. La lunga tuta da aviatore azzurrina faceva un buffo contrasto con gli stivali rossicci, e la brutta combinazione era nientaffatto aiutata da un paio di occhialoni stile mosca e i capelli tenuti su in una fontanella sopra la testa che ricordava una pettinatura per cani troppo pelosi. Ficcò nello zaino una borraccia, della pomata al dittamo, un telo bucherellato, un panino al salame, il fidatissimo erbario e un grosso coltello a serramanico. Ultima smorfia verso Stupida Creatura, ora stesa a quattro di spade sul pavimento, evidentemente provato dall'eccessivo moto, e si avviò.
Faceva un caldo umido che appiccicava i capelli sulla nuca e dava l'impressione di trovarsi in una piccola stanza chiusa da troppo tempo. Dopo appena qualche minuto di cammino aveva già un velo di sudore addosso, ma la cosa non la infastidiva troppo, vista l'abitudine, e preferiva di gran lunga sudare che esporre i suoi lembi scoperti a una foresta bruliucante di zanzare.
CITAZIONE
Una piccola parte della sua mente era un po' dispiaciuta di aver lasciato a casa Stupida Creatura, ma vecchio decrepito com'era non c'erano molti pro nell'aggregarlo all'allegra passeggiata, a parte l'allegra possibilità che un cinghiale sfaccendato ponesse fine alle sue sofferenze.
Arrivata al punto d'incontro sollevò gli occhialoni sulla fronte, strizzò gli occhi e fece vagare lo sguardo. Chiunque altro, cercando un professore di Astronomia, avrebbe cercato un vecchio barbuto e svagato, ma Maud aveva già da tempo fatto pace con l'idea che ci fosse un filtro bellezza lanciato sulla scuola che impediva di assumere nel corpo docenti qualcuno sopra i cinquanta o esteticamente sgradevole. E infatti eccolo là, il tizio in discutibili calzoncini che si guardava attorno simile a una delle Giovani Marmotte. L'aria svagata c'era, quanto meno. Maud si appropinquò, facendo ricadere gli occhialoni sul naso e assumendo un'aria baldanzosa.
"Bei pantaloncini, stiamo facendo un salto alla bocciofila?" domandò, senza presentazioni. Che poi una vestita come lei che faceva commenti sull'abbigliamento altrui aveva del ridicolo.